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Tag Archives: cultura

“Da Vajenti a Vajenti: dalla fotografia storica alla pittura”

“La mia città” di Annadiana Vajenti, olio su tavoletta, 2012

 

01/05/2015

Da Vajenti a Vajenti: dalla fotografia storica alla pittura

In collaborazione con l’Assessorato alla Partecipazione ai Proti si inaugura un percorso figurativo della città di Vicenza dal ‘900 ad oggi

Inizia sabato 9 maggio alle ore 17 presso il complesso de’ Proti-Vajenti-Malacarne l’evento “Da Vajenti a Vajenti”, un omaggio alla città di Vicenza meditato a lungo da Annadiana Vajenti e che oggi si concretizza con un percorso espositivo inedito per la città, costituito da una trentina di opere tra fotografie storiche estrapolate dall’Archivio Storico Vajenti e le sue pitture ad olio.

L’iniziativa è stata incoraggiata e supportata dall’Assessorato alla Partecipazione del Comune di Vicenza e dall’Associazione Volontariato, gestore del Centro diurno de’ Proti, organizzata da Menegus Michela e l’Associazione Culturale BOLArt con il patrocinio del Consorzio di promozione turistica Vicenzaè e del Comitato di Expo Venice.

La figlia d’arte del celebre fotografo vicentino Giampaolo Vajenti, celebra la memoria della famiglia di artisti – il pittore Giovanni Speranza De’ Vajenti attivo nel ‘500, autore de “La Vergine assunta in una gloria di angeli” conservata presso i musei di Palazzo Chiericati, è antenato di Annadiana –  quella del nonno Carlo e soprattutto quella del padre Giampaolo, il quale ha spaziato tra l’attività di fotografo e di comunicatore d’immagine, operando  anche nel mondo della cinematografia e della televisione. La pittrice Annadiana Vajenti, formatasi Scuola d’Arte “Pietro Selvatico” di Padova e con un’esperienza lavorativa nel settore della moda come Designer di stampa e tessitura, espone al pubblico le sue opere pittoriche ispirate dai ricordi di infanzia e di gioventù, trasfigurando le l’immagini della città natale fissate dal padre e dai suoi antenati, per poi proporre il suo percorso artistico personale: da Vajenti a Vajenti per continuare la tradizione artistica di famiglia. Annadiana Vajenti con una pittura apparentemente ingenua riporta agli occhi il vissuto di una città che entra nel cuore: l’eleganza delle pennellate, il colorismo garbato, il gusto de rito, la serena impostazione della quotidianità sono i valori della “vicentinità” che ella traspone nelle sue opere non senza una vena nostalgica.

In un percorso espositivo dove arte e legami familiari si integrano naturalmente, la scelta di localizzare il percorso espositivo presso il  complesso dei Proti, istituto oggetto anche di un lascito testamentario della famiglia dei nobili Vajenti nel 1854, appare più che naturale e coerente. Da parte degli organizzatori la volontà di animare un così importante contenitore con delle iniziative culturali di carattere storico-letterario-culturale si è concretizzata nel momento della vernice di sabato 9 maggio dove alle ore 17 due illustri personaggi apriranno l’evento con un’amabile conversazione su Vicenza: Mario Bagnara, presidente della Biblioteca di Civiltà Contadina La Vigna, e Walter Stefani, giornalista, storico e collezionista vicentino.

Infine anche la scelta di contestualizzare il percorso espositivo nel primo semestre del 2015 non è casuale: il 9 giugno 2015 cade per l’appunto il centenario della nascita di Giampaolo Vajenti che si ricorderà sabato 7 giugno con un appuntamento di carattere letterario curato da uno scrittore vicentino d’eccezione, Tommasino Giaretta, ed un memorial dedicato a Giampaolo Vajenti.

L’appuntamento è per i vicentini e per i visitatori da ogni parte del mondo in quanto il percorso è didascalizzato anche in lingua inglese:

Sabato 9 maggio – Domenica 7 giugno 2015

Lunedì-Venerdì  10.00-12.00, pomeriggio su appuntamento / Sabato e Domenica 10.00-12.00/ 15.00-19.00

Complesso de’Proti – Vajenti – Malacarne Via De’ Proti 3 36100 Vicenza

Info: info@menegusmichela.comwww.menegusmichela.com.

Patrocini: Comune di Vicenza, Consorzio Vicenzaè, Expo Venice

Organizzatori: Assessorato alla Partecipazione del Comune di Vicenza, Associazione Volontariato, Menegus Michela, Associazione Culturale BOLArt

Partners:Fondazione Archivio Storico Vajenti, Cantina Pegoraro, Distillerie Schiavo, Az. agricola Branco

Link utili:

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“X4: le quattro incognite della fotografia di Beggio”

Alessandro Beggio, foto di Riccardo Stocco

Alessandro Beggio, foto di Riccardo Stocco

15/03/2015

X4: le quattro incognite della fotografia di Beggio

Alessandro Beggio protagonista del secondo appuntamento della rassegna espositiva iperBOLArt

Dal 21 al 29 marzo 2015 l’associazione culturale BOLArt attiva ormai da anni nel campo delle arti e della cultura territoriale, propone con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Monticello Conte Otto la prima personale di fotografia dell’artista Alessandro Beggio nella sede espositiva della Chiesetta di Santa Maria Assunta a Vigardolo.

L’evento si inserisce nel più ampio progetto “iperBOLArt” atto a valorizzazione dei talenti individuali di BOLArt, un gruppo di artisti e intellettuali sopra le righe per l’appunto, in virtù della loro personalità e della loro formazione.

Dopo il successo del primo appuntamento, la personale di pittura di Laura Vitali, la rassegna prosegue ora spostandosi nel campo della fotografia con l’esposizione di X4 ad opera di un artista vicentino versatile: Alessandro Beggio.

Nato a Vicenza, dal 1979 Beggio comincia a frequentare il circolo di pittura “La Soffitta” dove si forma sotto la guida del maestro Otello De Maria. Si stacca presto dalle iniziali esperienze figurative rivolgendosi all’astrattismo, forma espressiva più congeniale alla sua polivalente personalità. Divenuto presto artista noto e stimato a livello provinciale e regionale è stato recensito da Salvatore Maugeri, Giuliano Menato, Maria Grazia Martino, Maria Lucia Ferraguti, Davide Piazza.

La pratica della continua ricerca estetica e la non sopita curiosità verso il figurativismo lo portano tuttavia ad avvicinarsi anche alla fotografia, arte nella quale egli si immerge sia fisicamente nella pratica subacquea, sia intellettualmente nella sua infaticabile tensione verso la sperimentazione. Se dal 1980 espone incessantemente in numerose collettive e personali di pittura, solo oggi Beggio ritiene che i tempi siano ormai maturi per esporsi in solitaria al pubblico come fotografo.

X4  , titolo di esordio della prima personale di fotografia di Beggio, suggerisce nella sua sintesi criptica la cifra intellettuale dell’arte di Beggio. La sua ricerca, qui declinata in quattro saggi fotografici, forse non lo riappacifica – come egli suppone – con mondo del figurativismo

Le sue “Ladies in the water” sono volumi femminei che levitano in un universo onirico ch’egli rende con incredibile perizia e con sussurrata sensualità; si diverte abbattendo il medium acqueo a pescare una farandola di forme e di colori subacquei, a fonderli per poi distillare i principi del mistero muliebre: la donna di Beggio è lieve principio di ogni cosa.

La serie di “Mosse”, fotografie in fieri, è forse il tentativo di fissare il processo e di dimostrare come esista un’altra dimensione foriera di significati come la realtà istantanea: quella del possibile, del divenire, ovvero del movimento.

In “Antroprospettive” ritorna un tema caro al pittore Beggio: il paesaggio quasi sempre privato della figura, ma non della presenza umana, quindi fortemente antropizzato. Ecco quindi proposte delle narrazioni di quotidiana convivenza tra uomo e natura, di bruschi incontri di mondi in dialettica, di prospettive ad ispirazione modernista. Lo sforzo di Beggio non è tanto quello di immortalare il paesaggio, quanto quello di investigare sul tempo e sullo spazio, le infaticabili forze nascoste che cambiano il mondo e le persone.

Infine in “Manifesti strappati” il Nostro fissa tutta la forza dello strappo della realtà in un sovrapposizione di colori, in giustapposizioni fortuitamente spettacolari e fortunatamente reali, che egli riesce a trasfigurare in opere astratte dove il furor del pittore fa capolino con un malizioso trompe-l’oeil.

Una sorta di firma d’autore a chiudere questo episodio espositivo e a preludere forse a un futuro impegno all’insegna della contaminazione delle arti.

“X4” – Esposizione personale del fotografo Alessandro Beggio

Chiesetta di Santa Maria Assunta a Vigardolo di Monticello Conte

Ingresso libero  -  Durata: 21-29 marzo 2015 – Vernice: sabato 21 marzo ore 18.00

Orari apertura al pubblico:
da Martedì a Venerdì ore 16-19
Sabato e Domenica ore 10-12 e 16-19
Lunedì chiuso

Alessandro Beggio -  Informazioni:  alessandro@artebox.it -  www.artebox.it

Curatrice:

Michela Menegus Paulin -  Informazioni:  info@bolart.it

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“Il Futuribile secondo Laura Vitali”

 

 

 

 

 

 

 

28/01/2015

Il Futuribile secondo Laura Vitali

Un’artista sopra le righe apre la rassegna culturale iperBOLArt con un saggio pittura poetica

Dal 31 gennaio al 8 febbraio 2015 l’associazione culturale BOLArt attiva ormai da anni nel campo delle arti e della cultura territoriale, propone con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Monticello Conte Otto la personale di pittura di Laura Vitali nella sede espositiva della Chiesetta di Santa Maria Assunta a Vigardolo.

L’evento si inserisce nel più ampio progetto “iperBOLArt” atto a valorizzazione dei talenti individuali di BOLArt, un gruppo di artisti e intellettuali sopra le righe per l’appunto, in virtù della loro personalità e della loro formazione. La pittrice Vitali sarà quindi affiancata nella vernice di sabato 31 gennaio da altri due compagni d’arte, gli attori Marcello De Boni e Gilda Guiotto, che interpreteranno le sue composizioni.

Laura Vitali con le sua ventina di tele ad olio corredate da pensieri sparsi offre infatti una disquisizione visiva e verbale sul tema del futuribile, ovvero del futuro che rimane nell’ambito del possibile in una dimensione non sicuramente da compiersi. Il tema viene declinato nella chiave della sostenibilità scorrendo su un duplice piano di lettura: la futuriblità naturale, in cui l’istanza ambientalista emerge con chiarezza e la futurilibità urbana, in cui antropizzazione e vita sociale sono scansionate con rigore geometrico. Il percorso si diluisce su superfici terse e fredde, riscaldate ora da strisce rosate o da spaziature d’ocra, e converge sia concettualmente che fisicamente sulla questione fondamentale della futuribilità umana risolta dall’artista con un auspicio: l’immortalità della conoscenza. Lo sguardo di Laura Vitali alla vita futura è positivamente franco, immediato nello scambio, fecondo nell’esperienza. Passa tuttavia oltre gli oggetti che ella raffigura perché ella agisce come una creatura ha già visto e provato e che quindi si può concedere la licenza di inventare nuovi spazi dechirichiani in cui sospendere spazio e tempo, passato e contemporaneità, con soluzioni per l’appunto futuribili. Senza troppe implicazioni morali, la sua pittura prescinde la natura e la tecnica lasciando lo spettatore esterrefatto innanzi a cotanta sfrontata sicurezza. Sicurezza che assurge a indipendentismo di un’artista per l’appunto sopra le righe, in un ossimoro reale che vede una signora ultraottantenne assumersi lucidamente la responsabilità sociale del futuro.

Laura Vitali è nata a Parma, vive e opera a Vicenza e Bolzano Vicentino. Pittrice, diplomata all’Istituto d’Arte Toschi di Parma, ha tenuto personali in svariate città del Nord Italia e partecipato a rassegne in Italia e all’estero, tra cui l’Artexpo di New York, la fiera d’Arte Contemporanea di Atlanta, l’Art Buyers di Dallas, l’Arte fiera di Vicenza, l’Artexpo di Verona. Fra i numerosi riconoscimenti ottenuti in concorsi nazionali si annoverano il Fiorino d’oro Città di Firenze (1951) e il Primo Premio Città di Verona (1979). Recensita su giornali e pubblicazioni d’arte, alcune sue opere sono presso la Pinacoteca d’Arte Moderna S. Francesco di San Marino, il Centro Europeistico di Cultura di Parma e in collezioni private in Italia e negli Stati Uniti.

“Futuribile” – Esposizione personale della pittrice Laura Vitali

Chiesetta di Santa Maria Assunta a Vigardolo di Monticello Conte Otto (Vicenza)

Ingresso libero

Durata: dal 31 gennaio al 8 febbraio 2015

Vernice: sabato 31 gennaio 2015 ore 18.00

Orari: lunedì-domenica 16.00-18.30 – domenica:10.00-12.00

Curatrice: Michela Menegus Paulin -  Informazioni:  info@bolart.it  - laura.vitali34@gmail.com

 

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“Sta partendo il Sistema Turistico Tematico Ville Venete”

“Sta partendo il Sistema Turistico Tematico Ville Venete”

20/10/2014

Sta partendo il Sistema Turistico Tematico Ville Venete

Con la nuova legge regionale sul turismo Veneto (L.R.11) entro fine ottobre saranno ufficializzati tutti i nuovi Consorzi Turistici Tematici (STT) che andranno a sostituire i vecchi Consorzi Turistici Locali (STL). Uno dei tematismi designati dalla Regione Veneto raggruppa le grandi testimonianze storico-architettoniche della Serenissima Repubblica di Venezia, cioè quello delle Ville Venete, delle Città d’Arte, dei Borghi Storici, delle Città Murate e Sistemi Fortificati.
Il neonato Consorzio Ville Venete Sede con sede in Villa Ducale Riviera Martiri della Libertà, 75 a Dolo (Venezia) si propone pertanto di costituire un unico “ConsorzioVille Venete e Città d’Arte” per mettere in rete le affascinanti Ville Venete aperte al turismo, le Città d’Arte e le Città Murate.

Fa piacere constatare che dal lontano 2009, anno della mia contribuzione al primo progetto di marketing turistico “Utilizzo turistico sostenibile del patrimonio architettonico veneto – Piano di valorizzazione turistica delle Ville e delle dimore storiche venete” per la Regione Veneto nell’ambito della mia attività nel “Coordinamento Veneto delle Ville e Dimore Storiche” e anno della mia tesi di Master con Giulio Bellemo nelle quale si ipotizza un Sistema Turistico Regionale costruito sulle rete delle dimore storiche “Ville e dimore storiche del veneto. Un nuovo modello di sistema turistico interprovinciale” , con la nuova legge regionale l’idea di un ST regionale comincia a prender forma.

L’auspicio è che l’OM possa esser messo nelle condizioni di operare un’efficace governance, che non solo implica la creazione di una rete territoriale ma impone un’unica scelta per essere vincenti: strutturare un prodotto territoriale sinolo di impresa, cultura, territorio e turismo che abbandoni finalmente l’orizzonte miope di abusati itinerari e masticati pacchetti turistici.

Il tutto con rapida incisività e logica innovativa sia nei processi sia nel management perchè il mutato ambiente socio-economico-politico non ci concederà più di rimanere in stand-by per un nuovo quinquennio.

 

 

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“L’Arte in un’etichetta”

L’arte in un’etichetta …  ovvero quando una bottiglia diventa osmosi d’arte e di storie di vite …

Dal 29 marzo al 12 aprile 2014 le Soffitte della palladiana Villa Thiene a Quinto Vicentino sono state corredate da micro opere legate al mondo di quella nobile bevanda a cui i nostri avi  attribuivano il potere di  stimolare la fecondità artistica e la spinta di elevazione alla divinità.

La mostra in questione è la rassegna “L’arte in un’etichetta” di Giancarlo Riganelli, fondatore della condotta di Slow Food del Vicentino nel lontano 1986 quando Carlo Petrini seminava la filosofia di Slow Food nel circoli italiani di Arcigola, ha iniziato a collezionare etichette di bottiglie di vino fin dagli anni ’60. La sua passione ha oggi la forma di una collezione di 42 000 esemplari che egli periodicamente ha proposto in svariate sedi con mostre tematiche: “Le etichette dei vini italiani” con 8000 esemplari esposti alla Biblioteca La Vigna di Vicenza nel maggio 2007, “I fior di primavera” con 600 etichette esposte a Este nell’aprile del 2009, “La donna e il vino” con 900 esemplari esposti  alla Biblioteca La Vigna di Vicenza nel novembre 2011.

L’esposizione è stata commentata da Michela Menegus, specialista di prodotto territoriale e sommelier, la quale ha condotto anche la degustazione di due vini vicentini DOC: il garganega classico  della cantina Cavazza di Montebello e la novità del cabernet franc dell’azienda agricola  Mattiello di Costozza di Longare.

In un rapido excursus che ha abbracciato oltre 4000 anni storia – dalle anfore con iscrizioni degli Egizi e dei Romani, alle botti marcate ed anfore smaltate del Medioevo, all’arte della soffiatura del vetro in Europa fino alla prima produzione industriale delle bottiglie ad opera degli inglesi nel XVII secolo – si è ripercorso l’inizio della pratica dell’etichettatura, nata per esigenze puramente descrittive, con carte di pergamena manoscritte arrotolate, con targhe d’argento incise e attaccate al collo della bottiglia del XVIII secolo fino all’invenzione della litografia, della stampa in quadricomia, dell’offset e al taccheggio (rilievo dell’etichetta).

L’etichetta moderna come strumento di marketing e comunicazione nasce infatti  agli inizi del ‘900 con i motivi floreali e faunistici dello stile Liberty e attraverso le avanguardie artistiche, dopo essersi lasciata alle spalle stemmi, motivi di araldica e scene bucoliche di gusto ottocentesco. L’adozione di grafiche create appositamente da artisti viventi o immagini recuperate da artisti celebri del passato deriva dall’esigenza delle singole cantine di celebrare un anniversario e personaggi illustri, distinguere una specifica produzione,  trasferire la filosofia della pratica enologica, trasmettere i valori di un territorio, sostenere progetti di sostenibilità sociale, e, non ultimo, di fissare il forte temperamento di  un vino.

Tale è dunque il fascino potente con cui la bevanda divina avvolge chi vuole com-prenderla per rappresentarla che lo stesso Salvador Dalì, autore tra l’altro nel 1958 del painting per la riserva Château Mouton Rothshild, ha fortemente creduto che “i veri intenditori non bevono vino, ma degustano segreti. L’aurea creativa che avvolge la bottiglia come il campo di una dinamo genera quindi dei processi osmotici inversi: non di rado è accaduto che gli stessi artisti approcciatisi al vino per tradurlo figurativamente si siano trasformati in vignaioli, come Hauner ora ben posizionato tra i vigneti delle Isole Lipari.

Nella collezione di etichette artistiche di Riganelli, che a Villa Thiene contava 1103 etichette di bottiglie di vino con raffigurazioni di carattere artistico provenienti dalle regioni di Italia, ma anche da varie nazioni europee, dall’Australia, dalle Americhe e dalla Russia, si ritrovano diversi e celebri esempi di tutto ciò: delle etichette del produttore di Barolo Vietti che dagli anni ’70 tra i primi in Italia ha deciso di dedicare ai suoi vini delle etichette artistiche, alla rassegna delle etichette di Donna Fugata che attraverso le figure femminili e la mitologia esprime il calore e la storia di Sicilia, fino al progetto “Il vino della pace” della Cantina Produttori di Cormons che fa assurgere l’etichetta ad una summa integrata di arti: pittura, poesia e musica unite per un giorno vendemmiale senza confini geopolitici.

Perché come dice Machado “Il vino è talvolta una scala di sogno”: nell’ascesa ti puoi accomodare ad ogni gradino a gustarne un particolare di bellezza. A partire dell’etichetta.

Michela Menegus Paulin

Per soddisfare alcune curiosità:

http://www.donnafugata.it

http://www.vietti.com

http://www.chateau-mouton-rothschild.com/label-art

http://www.cormons.com

http://www.hauner.it

 

 

 

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“AstrattaMente Reale”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

08/04/2014

AstrattaMente Reale

Recensione critica per la mostra personale del pittore vicentino Alessandro Beggio “AstrattaMente Reale” – 25 aprile 2014

Alessandro Beggio reclama la sua identità artistica sin dal lontano 1979 quando, iniziato al mondo dell’arte dal maestro Otello De Maria, si forma a contatto delle più significative espressioni artistiche del vicentino. Si stacca presto dalle iniziali esperienze figurative rivolgendosi all’astrattismo, forma espressiva più congeniale alla sua polivalente personalità.

Se il suo furor creativo prescinde quindi la rappresentazione oggettiva del Reale, la sua volontà di conoscere attraverso l’opera pittorica lo porta a sviluppare nel corso dei decenni un linguaggio pittorico immaginifico: Beggio apre così un percorso di epistemologia del dato reale condotto con una forma mentis giammai incatenata dalla figura, bensì ancorata dalla forma cromatica che oggi appare più calda rispetto alle prime algide produzioni.

La realtà di Beggio parte infatti dalla texture del quadro: macchie di colore materico nate in una piattaforma di incontro di tessuti, sabbie, polveri, velature rese con colori acrilici e graffiature che intersecano gli elementi della composizione in progress.

La scelta cromatica di base è prerogativa dell’artista; su di essa egli poi inizia il suo costrutto mediante un processo di associazioni sinestetiche. L’inizio della comunicazione avviene in prima battuta con l’accostamento inedito di tavolozze: prevalenza di varietà di grigio su cui stridono le tonalità ocra, su cui arridono i rosati, sui cui spazia il non-colore bianco, sui cui si impongono i toni verdi e blu. Le emozioni trasposte con luminosità e sollecitate con uno scarto mnemonico testimoniano con quanto vigore una forma pittorica possa diventare una narrazione paziente e persuasiva, marcata da messaggi subliminari e codici criptati.

Oggetto centrale dell’indagine rimane il paesaggio urbano, evoluzione delle architetture dei primordi, quasi sempre privato della figura ma non della presenza umana, quindi fortemente antropizzato: simulazioni di visioni a volo d’uccello, monoprospettive di agglomerati, porzioni di archeologia industriale, accessi rubati al tempo, strutture di ispirazione modernista, sono immagini scomposte e ricomposte, poi collegate organicamente da ponti stilizzati i quali assurgono a nessi mentali e scandiscono il ritmo delle storie dipinte di Beggio. E se talvolta  l’artista rompe il processo logico di indagine inserendo nella sua produzione elementi figurativi riconoscibili, essi per lo più sono riconducibili a volumi muliebri che egli rende con inattesa sensualità e di cui egli si serve per scandagliare il mondo dei sentimenti.

AstrattaMente Reale è pertanto una sintesi pittorica di conoscenza della realtà in cui Beggio saggia metodologie e condizioni per esprimere idee, senza tuttavia scivolare in una forma d’arte concettuale. Le sue pitture sono infine incubatori di concetti, se non di istanze sociali, che tuttavia non ne turbano la piacevolezza estetica ed il godimento.

Perché la spinta libertaria del nostro painter indipendente lascia sempre all’estimatore “il piacere e il tempo di vedere l’opera prima ancora di capirla”.

 

Michela Menegus Paulin

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“L’epopea del contastorie tra i vigneti dei Colli Berici”

“L’epopea del contastorie tra i vigneti dei Colli Berici”

20 novembre 2013

L’epopea del contastorie tra i vigneti dei Colli Berici

A Castegnero arriva Veneto Mistero con il nuovo recital dello scrittore Giaretta

Venerdì 22 novembre alle ore 20.30 Veneto Mistero, il Festival di spettacoli culturali dedicato interamente ai luoghi leggendari e misteriosi della regione, spunta tra i vigneti dei Colli di Castegnero, nella storica tenuta vitivinicola Costalunga.

Questo evento, organizzato dalla Pro loco di Castegnero in collaborazione con l’Associazione Culturale BOLArt di Bolzano Vicentino, ha un titolo impegnativo che lascia presagire la vena sociologica della kermesse: “La figura del Contastorie tra timori ancestrali e paure moderne”.

Il nuovo spettacolo, sceneggiato a tre mani dallo scrittore Tommasino Giaretta, dalla copywriter Michela Menegus e dall’attore Marcello De Boni, nasce dall’esigenza, dopo cinque anni di festival sul mistero e sui filò, di ritagliare uno spazio di riflessione tutto dedicato al personaggio contastorie, mitico cantore e protagonista indiscusso dei filò della campagna vicentina del Novecento, che lo scrittore Giaretta aveva già celebrato in tempi non sospetti con i due suoi racconti: El filò (da Storie in corte, 2001) e Il Contastorie (da Oraponobi, 2005).

L’impianto di questo recital alterna monologhi, letture espressive e testi recitati ad opera dello stesso autore e del gruppo teatrale amatoriale I Semprepiùverdi e mira a ricreare l’atmosfera dei passati momenti di vita sociale nelle stalle, dove episodi di vita paesana e pettegolezzi venivano conditi da leggende e superstizioni. Ecco dunque messe in scena le fantasmagoriche storie popolari, come quella de L’Omo invisibile (da Orapronobi, 2005) e del salbaneo del L’Anfora misteriosa (dall’omonimo racconto inedito), e la rievocazione dei ripari nelle stalle nell’attesa dell’incursione del misterioso e famigerato aereo Pippo (da Il mondo di Tote, 2011) durante l’ultimo conflitto mondiale.

La performance, musicata dalla compositrice e fisarmonicista Bruna Patera, conosce dei picchi altamente lirici nel narrare l’ascesa, l’apice e quindi la fine dell’opera del contastorie: se il buio era il suo più grande complice nell’espletamento della sua missione, con l’avvento delle luci della televisione ed il conseguente cambiamento dello stile di vita delle famiglie nelle comunità di campagna, egli si trova esautorato del suo ruolo sociale di comunicatore conoscendo una morte in assoluta solitudine.

La scomparsa del contastorie marca l’inizio di quello che sarà la radicale trasformazione del mondo rurale tra i due secoli, che Tommasino Giaretta, da buon giornalista pubblicista e indagatore di fatti e personaggi tra la provincia di Vicenza e Padova, ha immortalato nei suoi cinque volumi di racconti, arrivando a ragione a guadagnarsi l’eredità delle “stimmate del narratore” che già furono del suo Jijio Costenaro.

Partecipazione libera. Posti limitati.

Info: proloco.castegnero@libero.itmichelamenegus@menegusmichela.com

Per saperne di più:

Veneto Spettacoli di Mistero: www.spettacolidimistero.it

Pro loco di Castegnero: www.prolococastegnero.it

Tommasino Giaretta: http://it.wikipedia.org/wiki/Tommasino_Giaretta

Associazione Culturale BOLArt: www.bolart.it

Az. Agricola Costalunga – Villa Maffei: www.costalungavini.com

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“Lo scrittore Giaretta scioglie i misteri delle Risorgive”

“Lo scrittore Giaretta scioglie i misteri delle Risorgive”
Tommasino Giaretta in una scena de “L’omo invisibile”

 

5 novembre 2013

Lo scrittore Giaretta scioglie i misteri delle Risorgive

Un reading con degustazioni di pesce d’acqua dolce in una delle più antiche dimore rurali bolzanesi

Sabato 9 novembre alle ore 20 Veneto Mistero, il Festival di spettacoli culturali dedicato interamente ai luoghi leggendari e misteriosi della regione, ritorna a Bolzano Vicentino, paese della fascia delle Risorgive dell’est vicentino.

Ed è proprio sul tema dell’acqua e della morfologia del territorio che lo scrittore Tommasino Giaretta, accompagnato dalla fisarmonicista Bruna Patera, intratterrà il pubblico raccontando il paesaggio della campagna vicentina e padovana ed i suoi elementi geologici peculiari attraverso le leggende, le storie, le superstizioni e le simbologie ad essi collegati: ecco che ne Il Fontanòn del Diavolo  – racconto che ha ottenuto la menzione speciale alla prima edizione del Festival del Mistero nel 2009 – svela il mistero dell’acqua delle polle e delle rogge di risorgiva; nell’inedito La motta del Diavolo scava sugli anomali tumuli di terra che interrompono l’orizzonte piatto della pianura; nell’originale La Brentana si sprofonda negli abissi della paura causati dell’impetuosità dell’elemento liquido.

Giornalista pubblicista, da oltre vent’anni Tommasino Giaretta indaga tra la provincia di Vicenza e Padova raccogliendo le tradizioni orali e archiviando costumi; è considerato a tutti gli effetti il cantore di un mondo rurale di transizione tra i due secoli, che egli immortala attraverso personaggi e vicende di storia vissuta in cinque volumi di racconti: Storie in corte (2001), Storie memoria (2003), Orapronobi (2005), Storie dell’altro mondo (2008), Il mondo di Tote (2011).

Lo spettacolo organizzato dalla Pro loco di Bolzano Vicentino non poteva trovare una location più consona: Villa Dal Verme Chiericati Terreran è infatti uno dei palazzi rurali bolzanesi più antichi a qualche chilometro dal letto del Brenta, a pochi passi dal fiume Tesina e lungo la roggia di Risorgiva Ghebbo. Edificio di matrice gotica e con annessi rustici e portale d’ingresso settecenteschi, arredato nei saloni del pianoterra con preziosi caminetti del Sansovino, risale intorno al 1442, quando Francesco Lombardo di Venezia acquista parte dei beni confiscati dalla Repubblica dal condottiero Ludovico Dal Verme. Poco dopo, nel 1451, la proprietà viene venduta al nobile vicentino Bartolomeo Chiericati, sposatosi in quell’ anno con Anna Pagello. Gli stemmi raffigurati al primo piano nobile infatti appartengono agli sposi e al figlio primogenito Giovanni, che nel 1479 diventerà proprietario della tenuta.

Infine, in linea con il tema proposto, la cena consisterà in una declinazione di pesce d’acqua dolce DE.CO.: dalle degustazioni della pietanza vicentina per eccellenza, il bacalà, alla protagonista della serata, la trota iridea delle Risorgive, con il trionfo della specialità DE.CO. bolzanese: gli avannotti di trota in saor. Il tutto sarà innaffiato dall’etichetta territoriale Tergola, il pinot grigio in purezza della DOC Breganze che deriva il nome dalla famosa risorgiva e dalla roggia che solca Bolzano Vicentino.

Insomma una serata multidisciplinare dedicata alla cultura del territorio, ideata dalla progettista culturale Michela Menegus, i cui posti disponibili sono quasi tutti esauriti.

Partecipazione solo su prenotazione:

proloco.bolzanovicentino@virgilio.itmichelamenegus@menegusmichela.com

Per saperne di più:

Veneto Spettacoli di Mister: www.spettacolidimistero.it

Tommasino Giaretta: http://it.wikipedia.org/wiki/Tommasino_Giaretta

Villa Chiericati Terreran: www.villachiericatiterreran.com

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“Radio Vicenza: sette declinazioni misteriose creano un picco di audience”

“Radio Vicenza: sette declinazioni misteriose creano un picco di audience”

31 Ottobre 2013

Radio Vicenza: sette declinazioni misteriose creano un picco di audience

Dalle 22 alle 00 l’oralità delle leggende ha inciso l’immaginario di migliaia di ascoltatori

La notte del 30 ottobre è stata vinta la grande scommessa di Radio Mistero. Le ragioni del successo di una serata di racconti radiofonici nell’era digitale terrestre, del cinema 4D e del turismo 2.0 sono molteplici, alcune ancora da sviscerare. A ragione tuttavia si può ritenere che le molle scatenanti siano state la novità ed il fascino vintage della proposta mediatica, nonché la curiosità dettata dalla pudica affezione dei veneti al loro territorio, i quali si sono entusiasmati a sentir narrare da un’armata, ormai non più silenziosa di studiosi, ricercatori, storici, giornalisti, operatori culturali o semplicemente appassionati che hanno seguito le logiche dell’intuizione e del cuore e verso cui è dovuto un debito di gratitudine per il patrimonio salvato.

Questa milizia è capeggiata da Alberto Toso Fei, scrittore veneziano di fama nazionale e direttore artistico del festival Veneto Spettacoli di Mistero, ormai giunto alla quinta edizione. Ad Alberto Toso Fei va iscritto il merito di aver dato una collocazione letteraria al Veneto leggendario e, conseguentemente, una legittimazione alla tradizione orale e nuovi strumenti per la semiotica del mistero locale.

E il mistero popolare, che nasce dalla superstizione maliziosa e dall’ignorante pretesa di spiegare la fenomenologie del mondo e di proiettare nelle gigantografie dell’Omo Invisibile le umane paure ancestrali,  è stato raccontato attraverso la mitologia dei personaggi della campagna delle risorgive dell’est vicentino di Tommasino Giaretta – insegnante e giornalista di professione, scrittore per passione.

Non poteva mancare l’investigazione con una sensitività – nel senso anglofono del termine – tutta femminile sull’universo delle anguane della duevillese Margherita Michelazzo, la quale, con una garbata ma ferma esattezza da geografa, ha accompagnato gli ascoltatori in un viaggio tra mito e fantasia dove l’io della narratrice si è fuso in un mondo magico che trova appigli simbologici nel paesaggio antropizzato del Parco del Sojo di Lusiana.

Anguane e fade, bosco e acqua: il mistero indissolubilmente passa per l’elemento fluido, per le superfici dei laghi e le oscurità delle cavità naturali. Roberto Battiston, direttore del museo di Canal del Brenta e coordinatore della rete museale della Valstagna, ha trasferito le sue emozioni da speleologo nel racconto sugli incantati zufolii del Ponte sul lago del Subiolo.

L’incontenibile apologia della necessità di ritorno alla cultura dell’invisibile di Roberto Popi Frison si è vestita di una verve da salbaneo e di una malizia da baldriche: da animatore del territorio romanotto, da esperto favolista popolare, da sceneggiatore e traduttore di fole, l’intervento di Frison sul mondo del mistero è stato condito con una documentata improvvisazione e con uno sdoganamento espressionista del dialetto veneto.

Ma l’importante eredità storica romanotta è stata decifrata al pubblico da Simone Cavallin, insegnante, giornalista e scrittore, ma soprattutto giovanissimo appassionato studioso che ogni comunità ambirebbe annoverare tra i propri cittadini: la storia del drago Tarantasio è stata ricollegata da Cavallin al mito originale di Ezzelino da Romano con una curiosissima digressione finale di araldica.

E’ infine trapelato nell’etere il sentito trasporto con cui il nativo dell’altipiano di Asiago Ivan Baù ha raccontato la leggenda dei 4444 scalini di Cala del Sasso: di fatto un inno all’amore, che è suonato ancor più coinvolgente dalla voce dell’inventore di applicativi tecnologici all’avanguardia per esplorare il territorio. A significare che la forza della leggenda cavalca vincente il media crossing.

Radio Mistero è un cammeo regalato da Gigi Ferrari e Michela Menegus e messo in opera da  Radio Vicenza nell’ambito della rassegna regionale Veneto Spettacoli di Mistero.

Per chi desiderasse conoscere ed ascoltare dal vivo i protagonisti vicentini di questo evento mediatico ecco il calendario dei prossimi appuntamenti della rassegna regionale www.spettacolidimistero.it:

- Sabato 2 novembre 2013

Ars in Mystyerium Asiago 4U Mistery

Sala della Reggenza di Asiago

ore 18 Inaugurazione della mostra con Roberto Frison e Ivan Baù

- Venerdì 8 novembre 2013

In taberna quando sumus

Locanda al Leone  a Romano d’Ezzelino

ore 20.30 Serata di racconto enogastronomica con Roberto Frison e Simone Cavallin

- Sabato 9 novembre 2013

Il bosco delle fate

Parco di Villa Caffo a Rossano Veneto

ore 16.30 Percorsi di racconti con Roberto Frison

- Sabato 9 novembre 2013

Le Diavolerie delle Risorgive

Villa Chiericati Terreran a Bolzano Vicentino

ore 20 Cena letteraria con Tommasino Giaretta e Michela Menegus

- Venerdì 15 novembre 2013

Leggende in bicicletta

Villa Canal a Grumolo delle Abbadesse

ore 20.30 Intrattenimento letterario con Roberto Frison, Simone Cavallini e Michela Menegus

- Venerdì 22 novembre 2013

La figura del Contastorie tra timori ancestrali e paure moderne

Villa Maffei – Cantina Costalunga a Castegnero

ore 20.30 Recital con Tommasino Giaretta, il gruppo Teatrale I Semprepiùverdi e Michela Menegus

- Sabato 30 novembre 2013

Le leggende e i Misteri dell’Altopiano

Sala della Reggenza di Asiago

ore 20.30 Serata culturale di racconti sulle leggende e i misteri dell’Altopiano con Roberto Frison, Simone Cavallin e Margherita Michelazzo

- Sabato 30 novembre 2013

Misteri DiVini

Villa Canal a Grumolo delle Abbadesse

ore 20.30 Intrattenimento eno-letterario con Tommasino Giaretta e Michela Menegus

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“Formazione continua: Master in Pianificazione e gestione del PRODOTTO TURISTICO”

“Formazione continua: Master in Pianificazione e gestione del PRODOTTO TURISTICO”

3 ottobre 2013

Formazione continua: Master in Pianificazione e gestione del PRODOTTO TURISTICO

http://www.beniculturali.unipd.it/www/corsi/master-turismo/testimonianze

MICHELA MENEGUS

Con una laurea in Lingue e Letterature Straniere ed una specializzazione nell’export management, ho intrapreso una carriera in ambito industriale settore marketing e vendite fino al 2008. Dopodiché la mia inclinazione umanistica, l’interesse per la cultura territoriale e per l’enogastronomia mi hanno fatto virare verso la direzione del mktg applicato al territorio ed al turismo. Ho conseguito nel 2009 il Master in Governance delle Risorse Turistiche e Territoriali presso l’Università degli Studi di Padova, facoltà di Archeologia, percorso di studi post lauream che mi ha formato alla progettazione del prodotto turistico mediante la valorizzazione del patrimonio materiale ed immateriale locale e mi ha addestrato alla governance dei sistemi, delle componenti umane e delle risorse culturali del territorio. Nel 2011 è seguito il diploma professionale di sommelier A.I.S. (Associazione Italiana Sommeliers) per dare una forma ad una passione coltivata negli anni.

Dal 2009 opero come freelancer nell’ambito delle strategie di comunicazione e di marketing per aziende, enti territoriali e non, liberi professionisti, associazioni non-profit, creando piani di promozione come organizzatore di eventi e campagne pubblicitarie, occupandomi di comunicazione come ideatore di branding e copywriter multilingue, e soprattutto facendo progettazione culturale principalmente nel campo agro-alimentare e artistico-letterario.

All’attività professionale affianco l’impegno di volontariato culturale come Vicepresidente dell’associazione turistica Pro loco di Bolzano Vicentino, come Consigliere della Condotta Slow Food di Vicenza, come Presidente fondatore dell’Associazione Culturale di arti figurative e cultura
territoriale BOLArt© a Bolzano Vicentino.

Per saperne di più: www.menegusmichela.cominfo@menegusmichela.com

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